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giovedì 5 gennaio 2017

Come affrontare il rientro dalle vacanze

Dopo le vacanze di Natale bisogna fare i conti con le regole perdute...eh sì perché in queste settimane di vacanza sicuramente anche voi avrete notato che i vostri figli si sono trasformati in cavalli imbizzarriti. Per questo motivo oggi vi illustrerò una guida con le 5 regole da seguire per affrontare al meglio il rientro dalle vacanze di Natale.

  1. Domenica 8 gennaio cercate di rimanere tranquilli a casa dal pomeriggio fino alla sera e non fate tardi perché svegliarvi lunedì mattina sarà atroce
  2. Dedicate qualche minuto della vostra domenica al controllo degli zainetti, dei giubbotti, dei grembiuli, dei portacolori... insomma di tutto quello che i vostri figli dovranno portare a scuola l'indomani. Non fate questo controllo lunedì mattina perché non avrete né tempo né forza. Per chi deve affrontare il rientro dalle vacanze di bambini che vanno alla scuola elementare ricordatevi di ricontrollate che tutti i compiti assegnati per le vacanze siano stati correttamente svolti. In caso negativo, almeno, avrete ancora un ultimo pomeriggio per dedicarvi allo studio 
  3. Riservate un momento del tardo pomeriggio della domenica all'igiene personale dei vostri figli. Ammettiamolo,  in queste vacanze siamo stati tutti un po' più leggeri. È  il momento di fare lo shampoo, la doccia, tagliare le unghie delle mani e dei piedi, dare una bella spazzolata ai capelli. Così sarete pronti lunedì mattina!
  4. Controllate le scorte alimentari in casa perché in questi giorni di vacanza abbiamo spesso mangiato i resti del giorno prima, ma attenzione per affrontare il rientro dalle vacanze di Natale è necessario controllare la dispensa. Chiedetevi se ci sono i cibi che i vostri figli abitualmente mangiano per esempio per merenda. Verificate perché potreste accorgervi di avere in la dispensa vuota e il frigo pieno di avanzi... ma certamente non potrete mandarli a scuola con il cotechino rimasto a Capodanno 
  5. Fate un bel respiro e puntate la sveglia almeno un quarto d'ora prima del solito perché la mattina del lunedì sarete lenti come dei bradipi sia voi che i vostri figli. Quindi, se volete arrivare puntuali, vi consiglio di puntare la sveglia qualche minuto prima.

A questo punto siete pronti per affrontare il rientro dalle vacanze più serenamente. In bocca al lupo a tutti e buon inizio settimana!

martedì 16 febbraio 2016

Nuggets di pollo: approvati dalla Tribù (Ricetta Bimby)

Visti gli acciacchi, i raffreddori, la febbre, l'aerosol, le medicine amare....stasera avevo voglia di mangiare una cosa sfiziosa e gustosa.

Nuggets di pollo fatti con il Bimby


Ma poichè non riesco a fare qualcosa da mangiare che non sia anche sano e genuino... ho trovato una ricetta buonissima (che ho modificato) per fare i nuggets di pollo biologico con il Bimby.

INGREDIENTI
300 gr di petti di pollo tagliati a tocchetti (il pollo che compro io è ottimo e lo prendo sempre da Natura Express)
20 gr di robiola (potete usare anche il Philadelphia)
q.b. latte di riso (potete usare anche latte vaccino)
3 fette di pan carrè senza il bordo a pezzetti
un quarto di aglio
q.b.sale
1 uovo (anche questo comprato da Natura Express)
pangrattato

PROCEDIMENTO
Inserire nel boccale i petti di pollo per 8 sec vel 7. Aggiungere la robiola, un po' di sale, il pan carrè e frullare per 10 sec a vel 7. Aggiungere dal foro mentre si frulla un po' di latte in modo da rendere l'impasto morbido ma non troppo. Quando avrete finito con le mani bagnate create delle polpettine schiacciate dando la tipica forma dei nuggets. Preparate l'uovo sbattuto in un piatto e aggiungete un po' d'acqua, in un altro piatto aggiungere il pan grattato. Io ho insaporito con sesamo, sale e Curcuma. Passare i nuggets prima nell'uovo e poi nel pan grattato. Cuocere in olio ben caldo e... mangiare!

Hanno apprezzato tutti e mentre mangiavano il Gremlin mi ha chiesto quando li avrei cucinati di nuovo.

venerdì 29 gennaio 2016

Tre principesse Disney come non le avete mai viste prima

Ho deciso di scrivere questo post perché in rete si trovano tantissime immagini delle principesse Disney che, come credo per buona parte della mia generazione, ci hanno accompagnato nella nostra infanzia. Molte di queste immagini però raffigurano queste eroine dei nostri cartoni in situazioni strane, forse più umane e quindi molto più reali. Mi piace immaginarle con i loro problemi quotidiani grandi e piccoli proprio come quelli che ogni giorno noi comuni genitori affrontiamo.

1) Ariel: ogni riccio un capriccio. Io ho seri problemi a spazzolare ogni giorno i capelli di Mollichina.
Mi consola pensare che anche Ariel, una volta approdata in terra abbia gli stessi problemi. Devo provare anche io a usare le forchette...
Ariel tenta di spazzolarsi i ricci ribelli

2) Jasmine: anche la bellissima Jasmine invecchia. Ma lo fa felice, accanto al suo amore e circondata dai suoi figli. Non c'è dubbio che quando gioco sul divano con i miei figli, anche io mi sento una principessa proprio come lei.

Aladdin e Jasmine anziani ma felici
3) Rapunzel: non prende con molta filosofia i suoi problemi pratici con la capigliatura. Io la mattina quando mi alzo e cerco di pettinarmi ho la sua stessa faccia. Massima solidarietà Rap!

Rapunzel ha litigato con la spazzola

martedì 26 gennaio 2016

Vuoi mangiare sano? Te lo dice l'App

Da quando sono mamma sono diventata attenta ad ogni cosa. Che sia cibo o cosmetici, che siano giochi o libri ogni cosa la analizzo e la studio come se dovessi poi scriverci una tesi di laurea.

Il logo dell'app Edo

Insomma mentre prima mi spalmavo allegramente qualsiasi crema scegliendola soltanto in base al suo profumo adesso guardo gli ingredienti ( anzi l'Inci). E lo stesso faccio con il cibo. Cerco di mangiare biologico e di usare solo prodotti di stagione. Per i prodotti confezionati invece fino ad ora scegliere correttamente non era facile. Ma adesso ho scoperto Edo. Edo è una app che scansionando il codice a barre dei prodotti ti spiega cosa stai mangiando. Ti spiega se stai per mangiare un prodotto con troppi grassi, o che attività dovai fare per smaltirlo, ma anche se ci sono valide alternative o se il prodotto è allergenico. Insomma Edo sembra un ottimo aiuto per mangiare in maniera consapevole e sana per noi e i nostri figli.

giovedì 8 ottobre 2015

Come le maglie di una catena

In occasione di un concorso letterario indetto da Fecarotta gioielli (Palermo) ho scritto questo racconto inedito. Non ho vinto ma mi è piaciuto scrivere di nuovo e spero che il mio racconto piaccia anche a voi.



Non riuscivo a smettere di fissare quel dito. Da quando ho memoria, qualsiasi conversazione avessi avuto con lei quando gesticolava per raccontarmi cosa aveva fatto la signora Aprile o per mescolare il ragù di tonno, i miei occhi erano sempre stati ipnotizzati da quel dito. Un taglio netto, cicatrizzato perfettamente sotto la base dell'unghia aveva creato una specie di doppio indice. Il polpastrello era diviso a metà perpendicolarmente. Era successo tanto tempo fa, non le faceva male ma io lo guardavo sempre fisso. Alla base di quel dito indossava un anello d'oro. Oro antico, direi anzi vecchio. Un vecchio anello d'oro ormai opaco e consumato dall'uso quotidiano caratterizzato da una chiocciola sovrastante. Era davvero brutto e sopra quel dito deforme lo diventava ancora di più. Collare osceno di una testa martoriata. Non era soltanto brutto era anche stretto, le stritolava l'indice come se lo volesse punire in una morsa che ormai le aveva annullato la sensibilità. Non lo toglieva mai quell'anello anche quando puliva il pesce che ogni giorno mio nonno dalla sua pescheria le portava. Era un anello vecchio, opaco e puzzolente di interiora di pesce. "Hai capito allora che nel ragù devi metterci lo zucchero? Mi senti?" "Si nonna" rispondevo trasalita dal suo rimprovero. Temevo sempre che capisse la mia curiosità mescolata al disgusto per quel dito e per il suo orribile anello. Ero una bambina curiosa e diverse volte le chiesi il perché di quella strana deformazione. Dava sempre spiegazioni vaghe e divergenti. Un giorno mi rispose che le era successo mentre giocava con i suoi fratelli che intagliavano il legno per realizzare una fionda. Lei doveva tenere il pezzo di legno mentre Calogero faceva su e giù con la lama per levigare il legno. Un colpo maldestro, una botta e il coltello si infilzò sul suo dito. Un'altra volta mi disse che le era capitato mentre con sua cugina Teresa erano andate a prendere le uova nel pollaio. La cugina spostava malamente le galline con un piede e lei doveva prendere le uova ma proprio quel giorno oltre all'uovo trovò una lama affilata tra escrementi di gallina e paglia e il dito incominciò a sanguinare. Nessuno dei racconti mi convinceva però, perché incorniciare un dito deforme con un anello orribile? Una volta però forse perché stanca delle mie domande, forse perché stanca delle sue risposte mi raccontò un'altra storia. Tutto accadde quando era piccola. Lei sesta figlia di una nidiata di otto figli fu cresciuta dalle zie materne. Erano altri tempi diceva lei, ma dentro sapevo che aveva tutto il rancore di cui un essere umano è capace per essere stata emarginata dalla sua famiglia di origine ed essere stata cresciuta da quelle tre zitelle. Per spregio, per diletto e per pura cattiveria cercava in ogni modo di rendersi odiosa alle tre zie e, a quanto pare, le riusciva anche bene. In una delle sue avventure nell'intento di disubbidire e innervosire la più grande delle tre prese un ago che si trovava vicino al fuoco e da quel momento la sua vita e la sua mano cambiarono per sempre. La zia maggiore per riuscire a campare rammendava le divise dei soldati e gli zaini che erano molto duri e per riuscire a perforarli con l'ago doveva prima riscaldarlo affinché affondasse dolcemente sulla stoffa resistente che nelle sue mani diventava burro fresco. Diverse volte mia nonna aveva tentato di prendere quell'ago che diventava rosso e poi cremisi poi arancione e giallo quasi bianco. Era affascinata da quel cambio di colori e dalla cura che aveva la zia nel maneggiare quel pericoloso arnese. Ogni volta però una bacchettata sulle mani sorda e rapida come lo sguardo di ghiaccio della zia le avevano fatto cambiare idea. Eppure era certa che sarebbe stata in grado di farlo anche lei, avrebbe cucito degli zaini per i soldati meglio di come faceva sua zia e magari uno di quei giovanotti un giorno sarebbe diventato suo marito e l'avrebbe trattata come una regina portandola lontana dalle tre mamme acquisite. Un giorno finalmente la zia si allontanò lasciando incustodito il prezioso ago. Lei non ci pensò su due volte e afferrò quell'ago con della stoffa per non bruciarsi. Era così bello di un calore avvolgente. Dolcemente lo affondò tra l'unghia dell'indice e il polpastrello, giù quasi fino alla base. Avrei voluto chiederle perché avesse fatto quella mossa assurda ma non volevo interromperla. Aveva uno sguardo assente lontano nel tempo e nello spazio uno sguardo collegato come un filo sottile alla sua giovinezza e continuai ad ascoltare. L'ago scese dolcemente e tra l'odore di carne bruciata e i suoi occhi affascinati improvvisamente tutto si fece nero. Quando si svegliò il dito era deforme ma sano. Affrontò tre giorni di febbre con la mano fasciata e l'infezione che stava per trascinarla in un pozzo nero senza fine. Poi per destino guarì ma il dito roseo rimase sfregiato. Le tre zie per quanto arrabbiate pregarono ogni giorno e ogni notte al capezzale del suo letto facendo un voto a Santa Rosalia se mai l'avesse salvata. "Le compreremo un anello d'oro con i soldi che questo ago ci frutterà. Lo faremo in tuo onore, Santuzza, e lo indosserà sempre per tua devozione". All'alba del terzo giorno quando la febbre sparì le zie le donarono quell'anello. Le dissero che avrebbe dovuto indossarlo sempre in quel dito poiché la Santuzza l'aveva salvata e pechè mai avrebbe dovuto dimenticare che ognuno, nella vita, deve tenere il proprio posto come l'anello al dito così lei in quella casa. Che le piacesse o meno. Capì che non ci sarebbe stato nessun soldato gentile per lei. Le zie avevano già deciso che avrebbe sposato il figlio dello zzu Mommuzzo che già lavorava in pescheria da suo padre dimostrando di essere un buon lavoratore e quindi un buon marito. "U capisti?" La sua domanda schioccò come una frustata nella stanza, "Sì sì!" risposi e non le chiesi più nulla sul suo dito e sulla sua catena le cui maglie strette erano nascoste nell'oro opaco di quel brutto anello.

domenica 23 novembre 2014

Si ricomincia. in 4.

Lo so che sono stata assente probabilmente avrei dovuto essere più costante nella scrittura ma sono giustificata in questo periodo mi sono davvero data da fare. Mi sono di nuovo moltiplicata. Così adesso il Gremlin non è più solo ma è accompagnato da una "muddichina", una mollichina che ha solo 4 mesi.
Tetta addicted come il fratello ma con un carattere più calmo rispetto al terremoto a cui ero abituata. Almeno per ora. Mi auguro di ricominciare a scrivere con costanza. Per aggiornarvi sulla nuova vita in 4 in un caos organizzativo che mi lascia ogni sera senza fiato ma con il cuore gonfio di gioia. La solita schizofrenia da mammitudine. ...

AGGIORNAMENTO: Vi segnalo il mio pezzo scritto per PalermoBabyPlanner quando ho saputo di essere in attesa di Mollichina

domenica 4 agosto 2013

Festa di compleanno: le bandierine

Continuano le idee per i compleanni dei più piccoli, dopo avervi parlato dei succhi di frutta e degli inviti, ora vi mostro le bandierine che addobberanno i panini al latte che offrirò ai piccoli. Il file lo potete scaricare cliccando con il mouse tasto destro e salva con nome. Potete stamparne più in un unico foglio e poi...ritagliare e incollarli sugli stuzzicandeti lunghi. Io ho preso quelli che si usano per gli involtini e li ho tagliati a metà.





Buon lavoro!

martedì 4 giugno 2013

"Sonno dolce sonno"

Da quando sono mamma leggo con ancora più voracità i post di Elasti su D di Repubblica. La leggevo anche prima che il Gremlin irrompesse nella mia vita ma con una vena di ironia e sadismo vedendo quel mondo fatto di rinunce e di privazioni e di un amore immenso ma a me ancora sconosciuto come uno spettro lontano.
Quanto mi sbagliavo.



Vi ricopio il suo post sul sonno e sul lusso del sonno ormai perso.
"In questo momento sono le 5,30 di un martedì. No, non del pomeriggio. Del mattino. Forse non tutti sono tanto fortunati da sapere che, alle 5,30 di un mattino di primavera inoltrata, fuori, c'è una luce grigia e spettrale e che il silenzio punge le orecchie. Forse è tutta colpa del colore del cielo, fuori dalla mia finestra, e di questo assordante vuoto sonoro che sono qui, a scrivere, invece di fare quello che le gli altri fanno adesso, quando nessun trillo di sveglia ancora si è insinuato nel tepore placido delle loro albe.
C'era un tempo in cui dormire era la mia attività preferita. Prima del sesso, del cibo, del cinema, della compagnia degli amici, di un libro avvincente, di una gita in un posto bello, io mettevo il sonno, sfrenato, voluttuoso, inesauribile.
Riuscivo a dormire a comando a qualsiasi ora, fino a mezzogiorno la domenica mattina, in una pausa di lavoro o di studio alle quattro del pomeriggio, in macchina, in treno, in aereo, sotto la pioggia, al sole, sul mio letto, su un prato o sul marmo. Non aveva alcuna importanza perché ciò che veramente contava era l'abbandono inerme e fiducioso che mi regalava.Non si capacitava mia madre che alle sette era in piedi garrulla e arzilla, mentre io, tre ore dopo, ero ancora lì, tra le coltri, a pietire altri cinque minuti, non ci credevano i miei fidanzati e i miei amici, convinti erroneamente che il sonno fosse una fonte esauribile.
Poi incontrai mia suocera, strutturalmente insonne. "Anch'io ero come te", mi disse. "Dopo sono cambiata. Tutta colpa dei figli, delle notti di veglia, dei risvegli continui, di quella fase della vita in cui le persone e le cose a cui pensare sono troppe. E ti si rompe qualcosa dentro".
Tutta invidia la sua, pensai.
E arrivò il figlio numero uno che squarciò il silenzio delle mie notti, che impose nuovi ritmi, irregolari e a sorpresa, che mi mostrò la faccia del mondo, quando tutti dormono.
Appena lui uscì dal vortice di anarchia dei ritmi veglia-sonno dei lattanti e si assestò su binari più consoni agli esseri umani, arrivò il bambino numero due a mostrarmi che si può resistere con gli occhi aperti un tempo insospettabile e, insieme al fratello, a insegnarmi il gioco sadico dei risvegli notturni a scacchiera.
Infine arrivò il numero tre, a ricordarmi che al peggio non c'è mai limite e a dare la spallata definitiva al mio ormai precario equilibrio.
Mi illudevo che tutto fosse reversibile, che la suocera mentisse, che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Sbagliavo.
Ora che i miei figli hanno imparato a dormire, che potrei ogni tanto tornare a poltrire anche io, che la lussuria del tempo che fu potrebbe rifare capolino tra le lenzuola, almeno saltuariamente, io non sono più quella di un tempo.
E mi ritrovo alle 5,30 del mattino a picchiettare sulla tastiera di un computer o a fare la lista della spesa o a leggere il giornale del giorno prima. E mi sorprendo alle sette, arzilla e garrula, esattamente come mia madre, a scuotere quei tre, ancora svenuti, invidiandoli.
Tutta colpa della suocera, con quella preveggenza saggia e malaugurante. Tutta colpa di quei tre che mi hanno felicemente scombinato la vita e irrimediabilmente rovinato il sublime piacere del sonno. Tutta colpa degli anni che passano dicono, anche se mi rifiuto di crederci."
(via D)

venerdì 31 maggio 2013

Belle letture a prezzi convenienti

Vi segnalo una iniziativa di una casa editrice che adoro: Orecchio Acerbo.
Una vera e propria iniziativa anti-crisi: la casa editrice propone al prezzo complessivo di 22 euro (spese di spedizione inclusa) l'acquisto di 5 libri nuovi e diversi tra loro. Potete scegliere voi stessi tra Busta A e Busta B ma il contenuto è tutto da scoprire quando riceverete il pacco.


Un'ottima idea per fare dei regali utili e a costo contenuto.

martedì 30 aprile 2013

Mamma (quasi) green!

Che gioia trovare il mio faccione su uno dei miei siti preferiti: BabyGreen!
Leggo da un po' questo sito, da quando diciamolo, il Gremlin è entrato nella mia vita a metter su un po' di casino. Raffaella che gestisce questo sito da un sacco di consigli interessanti, ecologici o "risparmiosi" che possono essere davvero utili nella gestione della famiglia "allargata".



Tra le tante interessanti rubriche c'è quella dedicata alle "Mamme (quasi) green" uno spazio dove le mamme si raccontano e raccontano le proprie green.itudini. Mi sono effettivamente accorta che da quando ho la responsabilità di un esserino vivente ho modificato molti comportamenti non molto eco che prima avevo, mi sono accorta che ho cambiato per lui (e per me!) perché mi sono resa conto che l'esempio è il primo grande insegnamento che diamo ai nostri figli e che da come noi ci comportiamo dipenderà che tipo di adulti saranno loro. Un bel fardello direte voi, beh all'inizio decisamente si, ma poi fai l'abitudine e tutto sommato diventa anche divertente. Così ti cimenti a costruire giocattoli, mangiare bio, giocare con la terra e imparare i nomi delle cose ritagliando pezzi di carta dalle riviste.
E' un processo graduale e mi auguro irreversibile che fa bene a noi e al mondo intero!

Buona Lettura

martedì 16 aprile 2013

W la natura

Abbiamo trascorso un week end con Grandmamà, Capo branco e Gremlin al seguito (è venuto anche il nostro fido quadrupede bassotto) in un posto fantastico immerso nella natura dove anche i cellulari si rifiutavano di prendere campo. Due giorni di modalità aereo inserita. Fantastico. Il Gremlin si è scatenato. Ha abbracciato cani che pesavano 5 volte più di lui, ha mangiato erba, ha corso, è caduto, si è rialzato, ha toccato le formiche, ha avuto una zecca che camminava allegra sulla sua testa e ha visto per la prima volta i maiali. Finalmente ha imparato a fare il verso dei maiali, arriccia il nasino e fa un grugnitino deciso. Insomma è proprio vero, l'esperienza diretta è quella che insegna di più. Ha molti libri con raffigurati gli animali, ma appena ha visto il maiala non ha esitato a ripetere il suono. A dire la verità voleva essere lanciato dentro il recinto e lo abbiamo fatto desistere con molte difficoltà.


Vederlo correre, indipendente, felice, sicuro e sorridente è stata una gioia infinita. Senza timori che si sbucciasse un ginocchio o fosse morso da qualche animale. Penso che sia davvero importante per noi genitori cercare di mettere da parte le legittime apprensioni e farli sperimentare da soli. Essere pronti a consolarli (ogni tanto il cane pastore che scodinzolava gli dava una botta involontaria) quando veniva piangente per un bacino della mamma taumaturgico che faceva passare ogni male. Ha dormito sereno tutta la notte e si è anche addormentato sul tavolo mentre mangiavamo stanco stremato ma soddisfatto. Posso dare un consiglio alle mamme, fateli sperimentare, fateli sporcare, fateli correre e voi stiate pronte ad accoglierli quando stanchi o feriti torneranno e siate pronte a seguirli e poi a lasciarli quando da soli spiccheranno il volo.



giovedì 28 febbraio 2013

Colazione per tutti

Ho sempre immaginato i bambini piccoli, fino ai tre anni di età, accoccolati con il loro biberon di latte caldo mentre si rilassano e avidamente ciucciano. Sono pro allattamento materno (ma entro l'anno di età) e pensavo che il passaggio dal seno al latte artificiale (o come si dice ora da LM - Latte Materno -  a LA - Latte Artificiale) sarebbe stato quasi naturale. Ma naturalmente avevo fatto i conti senza l'oste o meglio senza il Gremlin che anche in questo mi ha stupito: non ha mai voluto latte nè biberon. Così da quando ho smesso di allattare mi sono dovuta inventare mille modi di fare merenda. Vi dò qualche idea che potrebbe essere utile per non cadere nel baratro della disperazione culinaria sin dalle prime luci dell'alba.

Cereali misti biologici di NaturaSì
  • cereali di ogni tipo (adorano sgranocchiarli meglio se biologici, io li compro da NaturaSì )
  • yogurt da bere o da mangiare (io preferisco quello da bere, tipo Actimel, perchè è più comodo lo beve da solo con la cannuccia)
  • torte fatte in casa (veloci come la torta sette vasetti)
  • muffin dolci fatti in casa
  • ricotta con zucchero di canna
  • pane e marmellata (biologica come questa che uso io)

lunedì 18 febbraio 2013

E così nacque Babù

Gioia, gaudio e tripudio dal 12 gennaio 2013 il Gremlin mi ha fatto la grazia di dormire tutta la notte! Il piccolo bell' addormentato si addormenta verso le 23 e riapre gli occhi alle 8 con piccola interruzione verso le 6 per bere. Insomma un successo senza precedenti, una gioia mai vista, un evento che mi permette di dire "si, c'è luce in fondo al tunnel". Il Gremlin, lo dico per chi non fosse informato, non ha mai dormito. Di notte è sempre stato un continuo risveglio. Prima perché lo allattavo a richiesta (e va bene), poi a nove mesi ho interrotto l'allattamento ma lui ha continuato a svegliarsi. A volte era sveglio e giocoso, altre (la maggior parte) piangente e fastidioso. L'unica cosa che lo rilassava era toccarmi i capelli. Gradevole carezza con le sue manine piccole, tortura inaudita adesso che è più grandicello. Così un giorno (anzi una notte...) esasperata ho detto "basta!" mai più capelli. Ho deciso che il limite era raggiunto e che se anche non avessi mai più chiuso occhio non avrei più permesso questa toccata di capelli fastidiosissima. Così armata di calma e pazienza ho comprato un peluche peloso a forma di orango che avrebbe sostituito i miei capelli.
Ecco a voi Babù!

Il nostro amico Babù

L'ho fatto trovare al Gremlin nella sua cameretta e quando è rientrato dalla sua passeggiatina con il papà gli ho detto: "ci è venuto a trovare Babù. Lui non riesce a dormire se qualcuno non gli tocca i capelli...magari riesci a farlo dormire tu." Il Gremlin lo ha amato subito. L'ha abbracciato e andava in giro per casa ripetendo "ba-bà ba-bà" così quella notte iniziammo la "terapia di disintossicazione".
Fece qualche tentativo di toccarmi i capelli ma ferma e pur dolce ripetevo "no amore, i capelli di mamma no, tocca a Babù che vuole dormire" Così piano piano e senza neanche troppe lamentele si convinse. Una mano sui suoi capelli e una su Babù. Quella notte tirò di filato 8 ore. Un sogno si stava realizzando.
Da allora si sveglia solo in mattinata per bere ma non lo prendo nemmeno in braccio, gli porgo l'acqua, faccio meno rumore possibile e vado via.
Non so se sia stato davvero il miracolo di Babù, se sia semplicemente cresciuto o chissà che. Io so solo che da allora sono felice e sto iniziando una campagna pubblicitaria per attribuire a Babù il Nobel per la pace.

venerdì 21 dicembre 2012

Natale autoprodotto

Quest'anno ci ho pensato in tempo. Vista la crisi e il poco tempo a disposizione, soprattutto visto che adesso c'è il gremlin, sono riuscita a fare i regali di Natale con calma molte settimane prima del 24 dicembre. Oltre ad essere felice di non essermi stressata ho fatto le cose con cura scegliendo ogni regalo con attenzione e soprattutto autoproducendolo! Ebbene si mi sono dilettata in tante tecniche creative per realizzare dei regali di Natale molto personalizzati e fatti veramente con il cuore. Ecco cosa ho pensato di creare:
Per i bambini dai sei anni in su, ma non solo, ho realizzato dei taccuini utilizzando la tecnica dello Scrapbooking. Ho fatto le copertine ispirandomi a vari tutorial che ho trovato in giro sul web e ho cucito i fogli interni usando un ago da lana e del filo di cotone spesso (tecnica efficacissima che consiglio per delle rilegature semplici e funzionali).
Per gli adulti invece mi sono dilettata nei barattoli di conserve di zucchero aromatizzato e aromi biologici. Grazie al mio piccolo gremlin quest'anno abbiamo usato molti vasetti in vetro degli omogeneizzati (rigorosamente biologici!) ed è bastato riciclare quelli per avere dei carinissimi barattoli porta spezie. Le spezie le ho comprate attraverso un sito tedesco, Neuteeland, e sono arrivate in pochissimo tempo e penso anche di avere risparmiato. In particolar modo ho comprato:
  • Timo biologico
  • Cannella
  • Chiodi di Garofano
  • Cumino nero
  • Malva
  • Lavanda biologica
Il timo, i chiodi di garofano e il cumino li ho usati per riempire i barattolini di spezie pure, la cannella, la malva e la lavanda invece li ho usati per aromatizzare lo zucchero. L'aromatizzazione dello zucchero è un procedimento molto facile e avviene per contatto. Basta mescolare a zucchero bianco o di canna (io ho usato entrambi in due barattoli distinti) gli aromi che si vogliono con una proporzione 1 a 3 (1 zucchero, 3 l'aroma), riporlo in un contenitore di vetro a chiusura ermetica e attendere tre settimane agitando di tanto in tanto il barattolo. Mi raccomando tutto deve essere asciutto per non creare eventuali muffe all'interno. Tutte le essenze le ho filtrate tranne la cannella che, essendo molto fine, si è perfettamente mescolata con lo zucchero. Dopo di che ho creato le etichette. Io, in particolare, ho usato questo sfondo, l'ho stampato e poi ho realizzato le etichette con un semplice file word stampandole sopra la carta a righe. Poi ho ritagliato le etichette con la forbice a zig zag e infine le ho incollate con della semplice colla trasparente sui vetri dei barattolini. Per ricoprire i coperchi dei barattoli ho usato un vecchio pigiama di mia sorella che ho tagliato in forma circolare facendo un diametro di 4 cm circa più grande dei tappi dei vasetti. Poi li ho incollati sopra i vasetti e infine ho chiuso con del nastro rosso. Per consegnare i regali ho deciso di non comprare altri cestini di vimini ma di usare dei sacchetti di carta bianchi (come quelli del pane) e mettere dentro i barattoli, arrotolare la parte superiore, fare due buchi con la fustella rotonda e inserire il nastro rosso.

Insomma è stato un bel lavoro, lungo ma divertente e soprattutto pieno di soddisfazioni. Con queste idee partecipo all'iniziativa di Equazioni e al Christmas Blogging "Regali Autoprodotti".
Spero di avervi dato delle buone idee.
Buon Natale a tutti!


Christmas blogging: Regali autoprodotti - Condividi le tue idee

Questo è uno dei blocchi appunti personalizzati

Questo è l'interno del blocco appunti rilegato a mano

Biglietto di auguri in tecnica mista

Biglietto di auguri con origami

Biglietto di auguri per un bambino

Biglietto di auguri in tecnica mista

Blocco appunti personalizzato

Cartolina di auguri (esterno e interno). Il foglio piegato in quattro è un buono per una cena


Spezie biologiche conservate dentro vasetti di omogeneizzati


Pacco regalo con sacchetto di carta per il pane


acco regalo con sacchetto di carta per il pane

martedì 11 settembre 2012

Barcelona con la Tribù - Terza Parte

Terzo giorno della nostra avventura con l'itinerario (audace) dalla  Sagrada Familia al Parque Güell. La Sagrada l'abbiamo ammirata da fuori, troppa fila per entrare e troppe scale da fare con il passeggino. Per arrivare al Parco è vivamente consigliato l'uso di un mezzo ( noi abbiamo preso il bus) perchè la strada è ripida e in salita. Siamo arrivati all'ora di pranzo e siamo andati a mangiare nell'unico ristorante lì presente (fuori dal parco). Gentili e attrezzati di sedioloni e fasciatoio. La cucina lascia a desiderare ma compensa la gentilezza e il fatto di essere l'unico ristorante in zona.
Il parco è molto suggestivo ma anche questo poco adatto ai bimbi piccoli. Molte scale e poco verde. O meglio verde difficile da raggiungere quindi ci siamo limitati a una visita del primo livello e poi siamo andati via, destinazione: Las Ramblas.
La strada è ovviamente molto trafficata di pedoni e bici, occhio quindi ai pupi indipendenti che vogliono camminare da soli perchè rischiano di essere travolti. Ci siamo avventurati nel quartiere gotico dotato (anche se intorno c'è una popolazione umana fatta di spacciatori, alternativi e simili) di un parco giochi molto carino. Nel tardo pomeriggio siamo andati alla cattedrale dominata da una bella piazza pedonale dove il nostro unenne si è sbizzarrito a scorrazzare. Qui bisogna solo fare attenzione alle bici che sfrecciano e potrebbero investire il gremlin. Nei pressi della cattedrale ho scoperto, con mia grande gioia, si trova il negozio biologico Veritas (incontrato il giorno prima da Arenas). La cena l'abbiamo fatta da Buenas Migas un localino molto carino e vegetariano proprio a pochi passi dalla cattedrale. Attenzione hanno sediolone ma non fasciatoio e anzi il bagno è poco praticabile per un bambino. Il locale l'abbiamo trovato grazie alle indicazioni di Mammaproof. Per concludere la serata abbiamo preso un ottimo centrifugato di frutta che preparano in alcuni negozietti nelle strette vie del barrio gotico.