Ieri la notizia della morte del poliedrico artista mi ha molto colpita. Non so perchè, non mi reputo un'esperta di musica e non ero nemmeno una fan appassionata però quando muore un personaggio pubblico che ha accompagnato la mia vita anche se marginalmente penso sempre "i miei figli non capiranno mai realmente chi era..."
Così ho chiesto alla mia cara amica, giornalista, esperta in musica e futura mamma Sara, di aiutarmi in questo importante e difficile compito (tra gli altri) che noi genitori abbiamo cioè quello di tramandare le nostre conoscenze ai nostri figli.
Lei mi ha risposto così e io non avrei saputo fare di meglio.
Quest'estate a Melbourne sono stata a una fantastica mostra su David Bowie, all'Australian Centre for the Moving Imagine, un centro multimediale dedicato alle arti. Da qualche giorno avevo scoperto di essere incinta e mi aggiravo tra le sale pensando che per il piccoletto (ancora invisibile) che avevo nella pancia la musica di questo artista trasformista sarebbe stata praticamente preistoria. Mi aggiravo tra i costumi di scena del Duca Bianco, fotografie d'epoca, filmati d'archivio, pezzi da ascoltare in cuffia, rarità varie (tipo il cucchiaino con cui sniffava cocaina durante il tour di Diamond Dogs). E pensavo: non potrà non piacergli tutto questo (ok, il cucchiaino anche no). Anche perché, se mai ci scappasse un live da qualche parte, provo a portarcelo anche in fasce.
Oggi invece, un po' a sorpresa per il pubblico che non sapeva della sua malattia, David Bowie se n'è andato. Tre giorni prima aveva pubblicato un album nuovo, Black Star, il suo testamento per uscire di scena con stile. Mi dispiace davvero che mia figlia arriverà su questa terra nello stesso anno in cui se n'è andato David Bowie. Se avesse tirato a campare altri 10 anni, avrebbe potuto raggiungere la maturità necessaria per apprezzare il film fantasy Labirinth o molte delle sue canzoni immortali sapendo che, da qualche parte nel mondo, questo vecchietto arzillo stava ancora pensando a duetti e nuovi progetti.
In realtà la mia bimba penserà che Bowie sia un artista vecchissimo. E lo avrebbe pensato anche se fosse stato ancora vivo. Ai suoi occhi sarà quello che per me era il Claudio Villa o il Lucio Dalla che mi cantava mia nonna. E allora come spiegarle chi era questo anziano così rock?
Non credo sarà difficile: chi non amerebbe la musica e le performance visionarie di David Bowie?
Oltre a farle sentire tante canzoni (partendo per esempio da “Magic Dance” per ballare felici nei primi mesi/anni di vita), saprà sempre che molte delle cose che vedrà e che farà potranno avere dei collegamenti con questo artista.
Qualche esempio?
A carnevale potremmo mascherarci da astronauta e cantare “Life on Mars” o “Space Oddity”. O truccarci come Aladdin Sane, col fulmine rosso in volto. Se facciamo un viaggio a Berlino potremmo ricordare del periodo in cui ci viveva con Iggy Pop. In Malesia, addirittura, pare che ci sia un ragno che è stato chiamato col suo nome: potrebbe farle comodo alla verifica di scienze. E poi con quasi 30 album per forza di cose ne sentirà parlare, ovunque: fa parte del nostro immaginario collettivo culturale. Come lo sono stati Beatles e Rolling Stones per noi nati negli anni '80.
Insomma, penso che a mia figlia parlerò di un grande artista a 360 gradi. Una di quelle persone che nella vita ha fatto di tutto: teatro, musica, cinema, pittura, scrittura. Uno che sintetizza bene cosa vuol dire avere del talento ed essere anche “cool”, controcorrente ma non troppo di nicchia. Che ha saputo sempre reinventarsi e non è mai stato fermo. Che ha influenzato tonnellate di band e musicisti dagli anni '70 in poi, tanto che ancora oggi chi si diletta con la critica musicale almeno due-tre volte all'anno è costretto a scrivere “atmosfere che rimandano al David Bowie degli anni '80” o cose simili.
Almeno fino alla maturità direi che, depurandolo dalla parte legata alle droghe (siamo pur sempre in fascia protetta), potrei anche erigerlo a modello a cui ispirarsi.
Poi se non gliene importerà nulla, penserà che sono decrepita e vorrà solo ascoltare l'ultima boy band senza senso tipo One Direction...comincerò a chiedermi dove ho sbagliato, piangendo disperata. E a chiedermi dove buttare le chiavi della sua cameretta:) Ma ho molte speranze per il futuro e, sotto sotto, so che la mia piccina non mi deluderà.
Sara Scheggia